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I social network sono realmente dei canali di vendita?
I social network: un mondo in costante aggiornamento
Le reti sociali, ben note come social network, sono oggi un mondo estremamente complesso e dinamico, in costante aggiornamento.
Governati da leggi e variabili imprevedibili, se gestiti adeguatamente, possono agevolare la nostra comunicazione aziendale, trasformandosi in vere e prorie casse di risonanza. Dei canali in grado di amplificare i nostri contenuti sfruttando la grande notorietà di cui sono costituiti.
È quindi nostro il compito di “farceli amici” stando al passo con l’evoluzione proposta dai loro algoritmi e dalle loro costanti novità.
Qui le persone si iscrivono e passano gran parte della propria giornata mettendosi in contatto con il proprio network di contatti, o scorrendo passivamente la feed (bacheca) alla ricerca del contenuto giusto che colpisca la loro attenzione.
Un tempo nati come luoghi dove riscoprire delle amicizie ormai perdute, sono oggi diventati delle vere e proprie community in cui la gente condivide ogni frammento della propria vita privata, partecipa a conversazioni e cerca di dire la propria mettendo in evidenza il proprio punto di vista, spesso azzardato e mal informato.
Dei canali molto spesso abusati da persone con poco o niente da raccontare, alla spasmodica ricerca di attenzioni, facendosi frettolosamente breccia tra l’infinito numero di users presenti.
Con più di 3 miliardi di utenti attivi nel mondo, i social network sono diventati dei luoghi di culto di proprietà degli stessi utenti, in cui i brand non hanno più il potere che potevano sfoggiare un tempo.
Customer centric: un cambio di baricentro
La comunicazione autorevole proposta una volta dalle aziende, ha subito un’enorme metamorfosi, passando da dialoghi unidirezionali, in cui si poteva udire solamente la voce di chi deteneva il potere, a dialoghi bidirezionali in cui è il cittadino, l’utente, a detenere la supremazia decisionale. Si parla appunto di customer centric, un approccio che vede le aziende costrette a rivedere la propria posizione nei confronti del proprio audience, reinventandosi.
Oggi il cliente, posto al centro dei processi aziendali, rappresenta il punto nevralgico di ogni strategia comunicativa. Sempre più esigente e disinteressato, il cliente dovrà essere costantemente coccolato e indottrinato, per riuscire infine a condurlo verso la conversione vera e propria, corrispondente alla vendita del nostro prodotto o servizio.
Possiamo quindi avere la pretesa di piazzare sulla feed dei nostri follower continui messaggi pubblicitari? Mmm, certamente no. Questo è uno degli errori più grossi che le aziende commettono quotidianamente.
Instagram, Twitter e soprattuto Facebook sono piattaforme nelle quali la gente decide di iscriversi certamente non per essere bombardata da claim commerciali o essere rincorsa dalle marche, bensì per svagarsi o essere coccolati dai brand di loro interesse.
Come possiamo quindi rendere proficua la nostra presenza sui social?
Tutto ciò che possiamo fare è prendere coscienza del cambio di tendenza e puntare ad azioni più razionali e concrete. Come?
Semplicemente informando e conversando con il nostro pubblico, regalando del materiale informativo, chiedendogli consigli per poi ascoltarlo attivamente. In poche parole, dobbiamo coinvolgerlo, donandogli quindi una reale motivazione affinché continui a seguire la nostra pagina, identificandosi con la nostra mission aziendale.
Dobbiamo imparare a essere attrattivi, a generare informazioni e dialoghi aperti, con l’obiettivo di instaurare rapporti duraturi, e smetterla di ricercare la vendita matta e disperata del nostro prodotto o servizio con squallide offerte promozionali. Vendere e guadagnare diventeranno così una conseguenza!
Impariamo quindi a conoscere e utilizzare i social per quello che sono realmente, bensì dei canali di vendita indiretti in grado di fare leva su emozioni e stimoli costanti, nei quali solamente chi sarà in grado di donare più informazioni e divertimento riuscirà a prevalere sulla concorrenza, accaparrandosi la fetta di mercato più rilevante.
Alessandro Longo